La Corte di Strasburgo chiude il caso Berlusconi senza emettere una sentenza. Accolta la richiesta del leader di Forza Italia.
È arrivata la sentenza della Corte di Strasburgo sul caso Berlusconi. O meglio non è arrivata, proprio come richiesto dall’ex premier. Il caso si chiude dunque senza una sentenza. La Corte ha specificato che non ci sarebbero le condizioni per continuare il procedimento di ricorso avviato dallo stesso Berlusconi in quanto non ci sarebbe alcuna circostanza riconducibile al rispetto dei diritti dell’uomo.
Il caso Berlusconi alla Corte di Strasburgo
Il Tribunale era chiamato a giudicare i fatti legati alla caduta di Berlusconi nel 2013. Il leader di Forza Italia era stato costretto a lasciare la carica di Senatore e gli era stato proibito di ricandidarsi alle elezioni politiche future. La Corte di Strasburgo avrebbe dovuto dire se quanto fatto dalle autorità italiane – in nome della legge Severino – abbia o meno violato i diritti di Silvio Berlusconi. In assenza di un verdetto dei giudici, la domanda resterà senza una risposta.
Le motivazioni di Silvio Berlusconi sulla non sentenza: nessun vantaggio neanche da una condanna all’Italia
La richiesta di non arrivare a un giudizio era stata avanzata proprio da Silvio Berlusconi. In seguito alla riabilitazione decisa formalmente dal Tribunale di Milano in data 27 luglio, il pool di legali del Cavaliere, con una lettera alla Corte di Strasburgo, aveva fatto sapere che Berlusconi non era interessato a una sentenza dalla quale non avrebbe tratto alcun tipo di beneficio. Neanche nel caso in cui i giudici avessero deciso di condannare l’Italia.
Cosa prevede la legge Severino
La legge Severino tratta i temi e i reati legati all’anticorruzione, alla concussione, all’ineleggibilità, alla decadenza e all’incandidabilità di un politico. La legge stabilisce ad esempio che le persone condannate per concussione non possano ricoprire incarichi pubblici.